martedì 10 maggio 2016

Recensione: Lo strano viaggio di un oggetto smarrito - Salvatore Basile


Titolo: Lo strano viaggio di un oggetto smarrito
Autore: Salvatore Basile
Editore: Garzanti
Data pubblicazione: 5 Maggio 2016

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Trama:

«Un libro che, come fosse un sogno, invita a perdersi, per ritrovarsi.»
Chiara Gamberale

«Viaggiano, gli oggetti smarriti. Cercano l'amore perduto. Non tradiscono, non si lamentano. Michele li raccoglie, ma l'unico oggetto smarrito al quale non riesce a trovare casa è proprio il suo cuore abbandonato.»
Maurizio de Giovanni

«Con passo trasognato, Salvatore Basile racconta l'indomabile tenerezza del luminoso incontro di due solitudini.»
Giancarlo De Cataldo

Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto a casa dopo la scuola, ma quando apre la porta della sua casa, nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po’ ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario. Lo ripone nella valigia, promettendo di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza sulla banchina. Sono passati vent’anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l’unica compagnia degli oggetti smarriti che ritrova ogni giorno nell’unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano. Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, Michele ritrova il suo diario, incastrato tra due sedili. Non sa come sia possibile, ma sente che è sua madre che l’ha lasciato lì. Per lui. Ora c’è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito. Questa è la storia di un ragazzo che ha dimenticato cosa significa essere amati. È la storia di una ragazza che ha fatto un patto della felicità, nonostante il dolore. È la storia di due anime che riescono a colorarsi a vicenda per affrontare la vita senza arrendersi mai. Salvatore Basile ci regala una favola piena di magia, emozione e speranza. Un caso editoriale che ha subito conquistato il cuore di tutte le case editrici del mondo, che se lo sono conteso acerrimamente alla fiera di Francoforte. Una voce indimenticabile, che disegna un sorriso sul nostro cuore.

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Recensione:

Buongiorno lettori e lettrici,
se siete alla ricerca di un libro da portare per sempre nel cuore, dolce, malinconico, uno di quei libri che rileggerai con piacere, questo è il libro che fa' per voi.
Un romanzo che è un'avventura, un viaggio, non solo attraverso luoghi e città diverse, ma anche un viaggio alla scoperta di noi stessi, della vita e dell'amore.

Michele è ormai un uomo adulto, ma porta con se ferite che lo hanno segnato fin da bambino, fin dal giorno in cui la sua adorata mamma è salita sul treno e non è più tornata.
Per anni, ogni sera si è affacciato alla finestra sperando di scorgere la mamma che scendeva dal treno mentendo la promessa di ritornare da lui, e di riportargli il suo quaderno rosso, con i pensieri più intimi del piccolo Michele.
Oggi Michele è cresciuto, non aspetta più di rivedere sua madre. Da quando anche il padre è morto dieci anni prima, la sua vita è scandita dagli orari del treno, e dal suo lavoro di ferroviere.
Ogni giorno ripete gli stessi identici gesti, si alza, guarda i passeggeri salire sul treno, controlla che la biglietteria automatica funzioni correttamente, legge il giornale, si prepara il pranzo, fa un sonnellino, aspetta il ritorno del treno, lo pulisce, lo riordina, raccoglie eventuali oggetti che passeggeri distratti hanno lasciato sul sedile e poi torna a casa, cena e va a letto. Una monotonia che lo rassicura. Michele vive all'interno della stazione, non si reca neppure al supermercato per fare la spesa, non ha mai preso un giorno di ferie, non da mai confidenza a nessuno.
Ecco perchè una sera quando sente bussare alla finestra di casa sua rimane stupito. Alla porta si presenta Elena una ragazza di 25 anni che irrompe nella sua casa, nella sua vita portando un ventata di gioia, freschezza e colori.

Elena è il contrario di Michele, allegra, spensierata felice, non ha paura di abbracciare gli estranei, ne tanto meno di parlare a raffica. Per lei il mondo è a colori.
Il mondo di Michele viene per scombussolato da questa ragazza, in poco tempo per lei inizia già a provare delle emozioni ma ha troppa paura di fidarsi di un'estranea e di ritrovarsi abbandonato da un'altra donna.
Una sera sistemando il treno Michele ritrova un oggetto che poi tanto smarrito non è, il suo quaderno rosso è tornato a casa, ma senza sua madre.
Inizia quindi un viaggio dove Michele sarà aiutato da Elena, a tratti a distanza e a tratti fianco a fianco, per fare luce sul suo passato e porre finalmente a sua madre tutte le domande che ha in sospeso.

Un viaggio alla scoperta di un nuovo Michele, o per certi versi di ri-trovato Michele. Dove incontrerà amici nuovi e amici di vecchia data, persone oneste e disonesti, grandi e piccini, ma tutti gli regaleranno in piccolo bagaglio di emozioni che lo porterà a crescere e lottare per la felicità.
Le parlò di Erastos, il greco, e del paradiso terrestre che, a suo avviso, tutti noi cerchiamo sin dal momento in cui la vita ce ne allontana. E di Antonio, con le sue vampate di fuoco e la sua voglia di sentirsi dire «ti amo» e «vaffanculo» in tutte le lingue del mondo. Le raccontò di un ulivo e dell’impronta d’unghia che gli solcava il tronco come una ferita, di una ragazza cieca che gli aveva rivelato i mille modi di vedere il mondo senza guardarlo. Le disse di Gerardo, che aveva visto nell’orso polare un paradiso terrestre da riconquistare e da donare alla famiglia che amava. E raccontò il coraggio di Gianni, che aveva sfidato il gelo delle alture e che, alla fine, aveva reso giustizia a suo padre e perfino all’esistenza dell’orso. Le confessò di aver capito che tutti hanno il diritto di seguire un orso bianco, perché rinunciare a farlo vuol dire, semplicemente, rinunciare a vivere.
Un romanzo che narra anche una storia d'amore dolce, che cresce piano piano tra dubbi ed incertezze, due ragazzi molto diversi da loro, con un passato difficile che scopriranno che insieme è più facile affrontare il mondo ed essere felici.

Un romanzo che mi ha regalato sorrisi e lacrime calde, ma che scalda il cuore.
5/5

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